if I had a hi-fi


Sotto casa mia, appoggiato ad un alberetto rachitico dai rami spogli e macchiati soltanto da rade e gialle escrescenze, se ne sta un vecchio scooter in cancrena, color rosso corallo.
E' lì da un mese o forse più, e lo vedo ogni volta che esco di casa o m'affaccio alla mia finestra.
Tempo addietro sulla carena anteriore v'era attaccato un foglio di quelli che invitano all'acquisto del bene.
Ad oggi il foglio non c'è più. E a quanto pare sembra esser sparita anche la ruota anteriore.
Spaccati urbani del genere mi scaldano il cuore.
(19/11/2010)



Da giorni cade acqua su Roma.
Pure troppa, se si vuol brontolare un po'.
Sull'asfalto che circonda gli edifici si creano piccoli laghi artificiali.
Fossati del ventunesimo secolo a protezione dell'intimità residenziale.
La gente corre.

Stamane, all'uscita della metro, un'ardente e modesta signora si vanta ad alta voce delle proprie gesta.
Di quelle decisioni prese tra una sgommata di rossetto e una spazzolata di rimmel.
"Ah! Oggi ho fatto proprio bene a portarmi l'ombrello!"
Complimenti signò.
(22/11/2010)

Traccio impronte serali nella città in cui nacqui.
L'aria profuma di precongestione dicembrina.
Nelle mani stretti stanno i primi buoni pensieri, racchiusi in bustoni di marca.
Un manipolo di ragazzini mi incede incontro.
Uno di loro, prodotto di nove primavere (o forse meno), serra al petto un caldo cappotto.

Il cappotto prende a divincolarsi, e finalmente si libera dalla morsa.
Cade a terra, strisciando verso nuovi orizzonti.
Il bambino bestemmia, accecato d'ira.
A Natale, sotto il suo abete domestico, germoglieranno i doni da lui agognati, farciti da sorrisi di adulti e da pandori.
(28/11/2010)



Quando si va ad un concerto, è matematico capitare dietro qualcuno più alto di noi.
Dietro una sorta di orso umanoide, fuggito quella stessa sera da chissà quale laboratorio di genetica o zootecnica, solo per sentire un po' di musica.
A quel punto pensi: "Se sei così alto, perchè non te ne stai dietro?"
Dovrebbe esserci una gerarchia dei posti all'impiedi, basata sull'altezza della gente.
Poi però ti giri indietro, e ti ritrovi davanti una ragazza alta tredici pollici, che ti squadra minacciosa con i suoi occhi a forma di palla da bowling.
Se potesse ti ucciderebbe.
Ce l'ha con te perchè sei più alto di lei.
Ti volti di nuovo in avanti, verso la schiena del gorilla, facendo finta di nulla.
A quel punto ti rendi conto che i pensieri montati fino a poco prima non erano altro che un rompicapo privo di soluzione.
(02/12/2010)



Michele si definisce una persona capace, socievole, predisposta al lavoro di gruppo, responsabile, ed entusiasta.
Quando scrive o parla di se stesso, il più delle volte tende ad ingigantire le cose, e a mentire.

Michele rinchiude la sua vita in un file di testo in continuo aggiornamento.


Le sue esperienze maturate sino ad oggi viaggiano per il web, in cerca di qualcuno che sappia riconoscerne il merito.

Michele stringe la mano ad estranei sorridenti, porgendo omaggio alle loro fresche cravatte.

Gli estranei dicono che si faranno vivi loro, dopo una snervante attesa di una settimana al massimo.

Michele al mattino, dopo aver fatto colazione, esce di casa e compra il giornale.

Con un pennarello fosforescente vi evidenzia i ruoli che potrebbe ricoprire.


Michele ogni giorno fa aumentare in maniera esponenziale la bolletta del telefono.
Dall'altro capo a rispondergli sono quasi sempre delle voci meccaniche, cariche di promesse che non verranno mantenute.

Michele alla sera fatica a prendere sonno.
Quando ci riesce, inquadra se stesso dietro una scrivania.
Immagina rughe pitturate da ingombranti responsabilità.
Guarda oltre un presente vuoto ed incerto.
Sogna un futuro sereno.
Un lavoro.
 

(2011)


Venire al Mondo non implica che tu sia vivo.
Indossi volti ed occhi che non ti appartengono.
Ne dai la colpa alle lattine sull'asfalto.

Prova a parlarti di nuovo quando avrai smesso di crescere.
Mi domando se l'Universo sia grande abbastanza da contenerci entrambi.
(08/11/2012)

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